Psicogenealogia e Costellazioni familiari
Il fine del lavoro di psicogenealogia è di comprendere quali compiti non conclusi, traumi non risolti, lutti non elaborati sono stati trasmessi dalla famiglia ai discendenti.
Buma Zeigarnik ha dimostrato che quando un compito non è concluso resta in memoria creando un desiderio di completamento che se non si realizza lascia un profondo disagio. Questo fenomeno è stato chiamato effetto Zeigarnik e spiega come fatti non elaborati o non conclusi dagli antenati restino nella psiche collettiva e familiare per più generazioni fino a che qualcuno li vede, ne prende coscienza ed elabora degli atti simbolici per diminuirne l'impatto. Questo è quello che viene fatto in psicogenealogia con l'albero psicogenealogico.
La psicogenealogia è uno strumento di accompagnamento che è stato creato negli anni '80 da Anne Ancelin Shutzenberger creando un metodo che si basa sull'uso del genosociogramma per prendere coscienza delle problematiche familiari che si sono trasmesse da più generazioni.
Carl Gustav Jung, psichiatra e psicoanalista svizzero ha ipotizzato che nella nostra psiche esista, oltre che un’inconscio personale, anche un inconscio collettivo dove sono custoditi i ricordi dei nostri antenati:
“L'uomo è in possesso di molte cose che non ha mai acquisito, ma che ha ereditato dai suoi antenati. Il bambino alla nascita, non è una tabula rasa ma ha in sé tutto il patrimonio archetipico che verrà costellato in rapporto alle figure incontrate nella realtà concreta.”
C. G. Jung
Inoltre il pensiero Junghiano, dando importanza ai simboli e alla sincronicità, coincidenza significativa tra un evento esterno e lo stato psichico della persona, ci permette di allargare maggiormente il campo di lavoro in psicogenealogia.
I simboli sono molto importanti nella stesura dell’albero psicogenealogico o genosociogramma: come le persone rappresentano sé stesse, (tondo se donne e quadrato se uomini) quanto lontano o vicino dai genitori, se il simbolo è chiuso o aperto, così come chi è più grande o più piccolo sono messaggi dell’inconscio che il facilitatore cerca di decifrare con il cliente.
La psicogenealogia junghiana tiene conto della sincronicità che va letta come una comunicazione precisa dell’inconscio e va analizzata come il simbolismo nei sogni.
Ma prendere coscienza delle dinamiche familiari non basta (psicogenealogia), bisogna poi comunicare con l’inconscio attraverso degli atti simbolici, che aiutino a concludere quello che gli antenati non hanno potuto risolvere.
Per questo sono importanti le Costellazioni familiari dove le persone mettono in scena la famiglia, per ridare a ciascuno il proprio ruolo, effettuare il processo di restituzione, reinserire gli esclusi.
Le costellazioni, dopo aver fatto un lavoro di psicogenealogia su almeno tre generazioni, mettono in scena la famiglia dalla generazione in cui il problema che ossessiona i discendenti si è mostrato per la prima volta.
Anne Schützenberger ebbe modo di conoscere e collaborare con Françoise Dolto una pediatra e psicanalista infantile francese che nel suo accurato lavoro di analisi dei primissimi anni dell’infanzia (dal periodo pre-natale fino ai 3 anni), riscontra la presenza di importanti correlazioni con la famiglia di origine del bambino, innate nella sua coscienza.
Sono celebri queste affermazioni della Dolto:
“I bambini e i cani sanno sempre tutto, e soprattutto quello che non è detto”
“Ciò che viene taciuto alla prima generazione, la seconda lo porta nel suo corpo”
“Ci vogliono tre generazioni perché si schiuda da una famiglia un bambino”
Trasferitasi negli Stati Uniti, la Schützenberger diventa allieva e collaboratrice di Jacob Levi Moreno, ideatore della sociometria e dello psicodramma: la prima è una tecnica di analisi delle relazioni tra gli elementi di un gruppo o sistema (tramite la creazione di un sociogramma), e il secondo è un metodo terapeutico che consiste nel mettere in scena la rappresentazione scenica di un vissuto individuale (traumatico o meno) per poterlo sdrammatizzare, integrare o comprendere.
Sulla base di queste premesse teoriche, Schützenberger dà vita alla psicogenealogia, e in particolare allo strumento di analisi del genosociogramma, ovvero la ricostruzione analitica dell’albero genealogico, che permette di individuare i collegamenti tra gli elementi di generazioni diverse.
Nel genosociogramma possono rientrare anche persone non consanguinee, esterne alla famiglia, ma che in qualche modo sono state fondamentali nella storia familiare, che possono aver agito come benefattori, aiutanti, sostituti di ruoli fondamentali (le balie, ad esempio), ma anche coloro che hanno arrecato danno alla famiglia, in qualche modo: per l’importanza del loro contributo (positivo o negativo), costoro rientrano a buon diritto nel sistema.
Un oggetto di analisi particolarmente importante è la coincidenza tra le date di nascita, di matrimonio, di morte, di incidente, dei diversi membri del sistema familiare: Schützenberger riscontra infatti la cosiddetta sindrome da anniversario, che si manifesta con l’insorgere di malattie o il verificarsi di incidenti allo scadere di una certa età, o di una data particolare.
Altri elementi fondamentali della psicogenenalogia sono:
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il concetto di lealtà familiare
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il bambino di sostituzione, ovvero il meccanismo sistemico per cui ai nuovi nati nel sistema viene richiesto di prendere il posto degli elementi mancanti o scomparsi, chiamandoli con lo stesso nome, ad esempio, o sostenendo una proiezione continua (“Sei uguale a tuo nonno, hai gli stessi occhi”);
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i segreti di famiglia, il non-detto che genera cripte e fantasmi, ovvero sintomi e disturbi psicofisici;
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la nevrosi di classe, cioè quella forma di lealtà familiare che ostacola l’avanzamento sociale, il successo, il denaro: non sentendosi autorizzati a essere migliori dei propri antenati, si mettono in atto dei meccanismi inconsci di auto-sabotaggio;
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le alleanze familiari, tese ad escludere alcuni membri del sistema.
Per la psicogenealogia quindi oltre alla coscienza individuale, siamo influenzati dalla coscienza familiare, o Inconscio Familiare, o Anima Familiare, ovvero da tutte quelle informazioni racchiuse nell’esperienza del sistema familiare a cui apparteniamo. È il sistema (familiare, sociale, culturale) in cui viviamo che ci condiziona nella nostra esperienza e nell’elaborazione dei codici morali su cui basiamo la nostra vita: a un livello sottile e profondamente inconscio è presente in noi un substrato di coscienza familiare, un lignaggio, un’eredità intrapsichica. La Coscienza individuale, permette all’essere umano, di percepire il senso della giustizia e dell’ingiustizia, del bene e del male, e quindi di comportarsi di conseguenza.
A questo punto, ci si chiede in quale misura, la percezione della coscienza individuale è soggettiva e in quale misura essa deriva da un condizionamento familiare e sociale.
Secondo Bert Hellinger non ci sono dubbi:
"[…] nelle nostre relazioni opera anche una coscienza nascosta, di cui non siamo consapevoli. Si tratta di una coscienza sistemica che ha la precedenza sui nostri sentimenti personali di colpa o innocenza e che aderisce ad altri ordini, ovvero a leggi naturali occulte che plasmano e regolano le dinamiche dei sistemi relazionali umani. Si tratta in parte delle forze della biologia e dell’evoluzione e in parte di quelle dell’occulta simmetria dell’amore che agisce dentro all’anima."
e ancora:
“Gli unici criteri seguiti dalla coscienza al servizio della formazione di legami sono i valori del gruppo al quale apparteniamo".
Secondo Hellinger quindi è inutile parlare del male e del bene, di persona malvagia e persona buona: ciò che è male o bene è unicamente determinato dall’appartenenza ad un sistema; sono gli intrecci sistemici e i bisogni primari a guidare il nostro agire e a formare la nostra coscienza.
Siamo in grado dunque di definire due tipologie di coscienza:
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quella personale, che ci porta di volta in volta a percepirci come colpevoli o innocenti;
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quella sistemica-familiare, che invece condiziona inconsciamente la nostra percezione del bene e del male.
Secondo la Psicobiologia Evolutiva Transgenerazionale esiste una Coscienza Biologica di Specie, che ha come compito quello di registrare le soluzioni biologiche con cui gli individui hanno risolto il problema della sopravvivenza, e una Coscienza Biologica di Clan, il cui compito è quello di registrare tutte le situazioni di carenza, privazione e di trauma sperimentate dai membri di una famiglia attraverso le generazioni e che, a quanto sembra, vengono trasmesse di generazione in generazione fino a che non vengono risanate.
Utilizzando il lavoro con la Psicogenealogia e le Costellazioni Familiari si opera per ricostruire la linea ereditaria e si prende coscienza dei traumi, delle ingiustizie, delle esclusioni, delle privazioni e delle violenze subite dagli antenati: tutte queste cose vengono trasmesse ai discendenti, insieme al compito risanatorio per riportare equilibrio nel sistema.
Le Costellazioni Familiari. Cosa Sono?
Le Costellazioni Familiari sono dunque un metodo di presa di coscienza e risoluzione delle più diverse problematiche della nostra vita: dallo stato di malessere psichico, a sintomi fisici di varia natura.
Le Costellazioni Familiari ci forniscono la straordinaria e preziosa possibilità di esplorare e prendere coscienza del nostro inconscio personale e dei legami attivi con l'inconscio collettivo familiare che interferiscono nella nostra vita, e attraverso la consapevolezza e l'incontro con le nostre radici, ci offrono la possibilità di una concreta guarigione personale e sistemica.
Lasciando agire la manifestazione dei nostri livelli inconsci e osservandone la rappresentazione scenica, possiamo dialogare con ogni componente dei vari sistemi e comprendere a fondo l'origine del disagio o del sintomo e quindi reintegrare nel sistema l'elemento mancante o rimettere ordine nel sistema.
Non è detto che questo sia semplice: molto spesso quello che viene rappresentato nelle costellazioni è uno scenario totalmente sconosciuto e inedito. E non potrebbe essere altrimenti, da un certo punto di vista, in quanto la costellazione ci mostra non solo quello che già sappiamo sulla nostra famiglia (per cui riconosciamo con stupore certi atteggiamenti e comportamenti riportati precisamente dai rappresentanti); il vero contributo di una costellazione consiste nello svelarci quello che non sappiamo riguardo la nostra famiglia, quello che è oltre i condizionamenti che abbiamo ricevuto, quello che è nascosto nell’Inconscio Familiare o nel nostro inconscio personale.
La cosa importante è aprirsi alle informazioni che arrivano, accogliere con fiducia anche le rivelazioni più sconcertanti: talvolta capita che la costellazione riveli addirittura delle informazioni sconosciute al cliente, ma puntualmente confermate da successive indagini. In ogni caso, qualunque cosa emerga dalla costellazione, il nostro livello di coscienza è in grado di elaborarlo e di assimilarlo, aumentando la nostra consapevolezza e permettendo così al nostro campo morfogenetico di riassestarsi più in profondità.
Come Funzionano
Gli elementi fondamentali per effettuare una Costellazione Familiare sono tre: un facilitatore, un cliente e dei rappresentanti.
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Il FACILITATORE è colui che imposta il set fenomenologico in cui si sviluppa la costellazione, che indaga assieme al cliente la tematica che si vuole esplorare e che, sulla scorta della sua esperienza e competenza, porta la costellazione a una soluzione efficace.
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Il CLIENTE è l'elemento fondamentale di una costellazione, perché è colui che porta la domanda su cui lavorare, che deve essere chiara e rilevante, ovvero non generica ed evasiva, bensì veicolo di un malessere che richieda una soluzione. Ma soprattutto il cliente è importante perché è il suo campo morfogenetico che viene rappresentato fenomenologicamente, a cui si collegano il facilitatore e i rappresentanti.
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I RAPPRESENTANTI sono generalmente delle persone (ma possono essere anche degli oggetti) su cui vengono proiettati dal campo morfogenetico taluni aspetti dei membri del sistema familiare, e in genere (ma dipende dalla tecnica utilizzata dal facilitatore) possono esprimersi liberamente e spontaneamente nel loro sentire, dando uno sviluppo dinamico alla costellazione.
Concretamente, dopo una breve indagine sulla problematica del cliente, si formula la domanda alla quale si tenterà di portare una soluzione grazie alla costellazione: il cliente poi dispone nello spazio previsto (o semplicemente invita a disporsi liberamente) i rappresentanti della sua famiglia, o del suo partner, del suo lavoro, dei suoi organi interni, delle sue patologie, dei suoi archetipi, poi si siede e osserva. I rappresentanti entrano in connessione con il campo morfico del soggetto e vengono guidati da dinamiche spontanee, portando alla luce il vissuto emotivo delle persone reali o delle situazioni che rappresentano. In genere, nel giro di qualche minuto la costellazione arriva a uno stallo, a un blocco o un congelamento: è il cosiddetto irretimento, in cui vediamo la situazione "reale", del sistema familiare del soggetto, assistiamo all'emersione del nodo o del nucleo problematico del sistema.
Solamente la visione e la presa di coscienza di questo dato potrebbe bastare al cliente per destrutturare una serie di blocchi psicologici e giungere a nuove consapevolezze rigurado se stesso e il proprio sistema; ma in genere si cerca di effettuare un aggiustamento della situazione, di esercitare quindi un ruolo attivo nella ridefinizione del sistema.
Attraverso quindi un misurato e graduale cambiamento delle posizioni dei rappresentanti nello spazio, spontaneamente o attraverso l'intervento del facilitatore, si riporta il sistema nel giusto ordine, in una rinnovata armonia dentro la quale il soggetto interessato riprende il suo giusto posto e ristabilisce le corrette relazioni con i membri del suo sistema.

Anne Schutzenberger





